L’oggi è il tempo del Signore ed il Signore non è certo avaro dei suoi doni. L’uomo del nostro tempo sembra incapace di coglierli. Troppo distratto, troppo superficiale, troppo sazio e troppo vuoto. Ha perso il senso della misura, perché non sa dare una misura, un ordine e quindi fine e senso al suo essere. Ha perso il senso di sé, s’è perso, ma non è perso. La sua grande sofferenza è un silenzioso grido d’aiuto, è l’humus di una speranza: che rientri in se stesso e pensi che nella casa del Padre c’è posto anche per lui.
L
a comunità ecclesiale e il credente sono chiamati a sentire questi fratelli che gridano e gettare un seme

  • con parole ed opere

  • con la carità, la testimonianza e il martirio

  • con un progetto pastorale di evangelizzazione e catechesi

  • con opportune strategie, metodologie, tecnologie

  • ma soprattutto a partire dalla fede in CRISTO MORTO E RISORTO 

 
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La parrocchia di San Giuseppe  
Mons. Rosario Calì
Arrivo dei padri Giuseppini a Riposto

 

 

Il territorio della Parrocchia è situato sulla costa ionica alle falde dell’Etna, in una posizione privilegiata dal punto di vista paesaggistico e logistico: 30 Km da Catania, 15 da Acireale e Taormina, attraversata dalla FCE e dalle Ferrovie dello Stato. In particolare, poiché si trova al confine con Giarre, svolge una funzione di passaggio ed è caratterizzata da alcuni cruciali snodi della viabilità.

  La situazione della Parrocchia va inquadrata nel contesto storico di Riposto, caratterizzato nei secoli scorsi dalla borghesia mercantile, che rese fiorente la cittadina con i suoi traffici nazionali ed internazionali. Ancora agli inizi del ‘900 i palazzi in liberty di Corso Italia e via Gramsci sono splendida testimonianza di questa operosità. Proprio a queste famiglie apparteneva il fondatore della Chiesa di San Giuseppe, mons. Rosario Calì, e ad esse la parrocchia deve numerose donazioni.

 La prosperità del territorio, legata soprattutto al commercio vinicolo, ma anche ad aziende ed attività artigianali, non ha potuto scongiurare periodi di crisi, che hanno trovato sbocco nell’emigrazione: America del Nord e del Sud (inizio secolo), Australia, Francia, Belgio, Svizzera, Germania, le regioni del Nord d’Italia, in fasi successive fino agli anni ’60 ed oltre, hanno accolto i nostri concittadini per anni o addirittura in modo definitivo. Mentre le rimesse degli emigranti hanno rappresentato la principale fonte di sostentamento per molte famiglie, non si può ignorare che le lacerazioni affettive e l'impoverimento umano le hanno segnate non meno delle due grandi guerre che hanno sconvolto il nostro secolo.

Le attività marittime hanno costituito la tradizionale occupazione degli abitanti ed hanno garantito un buon tenore di vita ai familiari, anche se a costo di rinunce e rischi non indifferenti.

 La donna, di conseguenza, spesso ha dovuto portare tutto il peso e la responsabilità della famiglia, certo raggiungendo indipendenza ed autonomia, ma è difficile quantificare, o anche definire, a quale costo.

Negli anni ’70, con il piano regolatore, i terreni lungo la via Piersanti Mattarella sono divenuti aree edificabili. Qui sono sorti (e sorgeranno) nuovi condomini che in parte sono sul territorio della parrocchia, in parte su quella dei SS. Apostoli, e qui si sono stabilite famiglie provenienti da molti comuni circostanti.

Nuove famiglie sono anche quelle di immigrati extracomunitari, anche se la loro presenza non è quantitativamente rilevante.

La Parrocchia, fondata il 19 dicembre 1921, retta dai PP. Giuseppini dal 1932 al 1983 e dal settembre 1983 dai PP. Canossiani, si è sempre distinta, anche grazie ad un laicato sempre attivo, per le sue iniziative con i giovani e per la carità verso gli ultimi. 

 

 

Mons. Rosario Calì nacque in Santa Venerina il 23 dicembre del 1862, Entrò in seminario fanciullo e fu ordinato sacerdote verso il 1887. Svolse il suo apostolato sacerdotale inizialmente nella stessa Santa Venerina dove, per volere dì Mons. Genuardi, completò la costruzione della Chiesa dedicata al S. Cuore di Gesù, dando ad essa tra l'altro una serie di campane di grande valore tra cui due ottenute dalla S. Sede, dono, in occasione di un giubileo di fedeli di nazioni estere al Pontefice Leone XIII.

Esercitò in questa Chiesa l'ufficio di Cappellano e in breve diede testimonianza in tutto il paese della sua operosità.

Ben presto però lasciò S, Venerina e venne a Riposto dove svolse la maggior parte del suo apostolato: fu cappellano della Matrice, fondatore di un Ospedale Civile, dell'associazione delle Dame di Carità e di S. Vincenzo de’ Paoli; in ogni attività metteva tutte le sue energie e i! suo entusiasmo di sacerdote.

A proposito della fondazione dell'Ospedale così leggiamo testualmente nel discorso recitato dal Sacerdote Dott. Antonino Lanza il giorno delle esequie:

"... fu veduto partir di buon ora, rincasare a notte, correre da un ufficio all'altro, battere nello stesso giorno le porte del Comune, della provincia; rincorrere ingegnieri, deputati, imprenditori, operai; abboccarsi col Vescovo e col Ricevitore del Registro, con !a Croce Rossa, con l'ente dei consumi, ed ottenere l'Ospedale Civile. Cosi faceva in tutte le sue imprese, fosse anche per un certificato, per una licenza, per un sussidio, per patrocinare un'opera di beneficenza e seguitava così. fino alla fine della consecuzione dell'opera non curando il dispendio di tempo, di forze, di denaro; prodigando ingegno cuore e salute",

Mons. Calì era, come abbiamo detto, un sacerdote instancabile e tenace, mentre lavorava a Riposto, attendeva pure alle cure religiose della vicina contrada di Torre finché per volere di Mons. Arista si dedicò, sempre a Riposto, alla costruzione di una nuova parrocchia che fece sorgere sotto gli auspici ed il nome di S. Giuseppe. Di essa fu il primo parroco e svolse la sua missione sacerdotale con saggezza illuminata, scrupolo e dignità.

Stimato molto nell'ambiente cittadino e diocesano venne insignito in epoche diverse per le sue doti sacerdotali ed umane di vari titoli di onorificenze; fu fatto cavaliere della Corona d'Italia, cameriere segreto e poi prelato domestico di Sua Santità.

Durante gli anni del suo parrocato nella nostra Chiesa di S. Giuseppe concepì l'idea di affidare la parrocchia, che sentiva come creatura sua, ad un ordine religioso. Per questo scopo si recò allora a Roma per incontrarsi con il Superiore dell'Ordine Salesiano, ma per vari motivi l'accordo non fu possibile.

Si rivolse allora alla congregazione dei PP. Giuseppini di Asti, dietro consiglio di Mons. Evasio Colli, vescovo in quegli anni di Acireale, che aveva avuto modo personalmente di conoscere e apprezzare l'opera degli Oblati.

Fu così che Mons. Cali si recò ad Asti dove si incontrò con il Superiore generale P. Garberoglio; da questi ricevette l'assicurazione della loro venuta in Sicilia per prendere possesso della Parrocchia, che Mons. Calì donò con gioia ai Giuseppini rassegnando così, sei anni prima di morire le sue dimissioni, ma rimanendo ad essa legato fino alla morte che avvenne il 23 marzo del 1939.  

 

I Padri Giuseppini arrivarono a Riposto il 2 febbraio 1932 e furono accolti dalla popolazione in modo solenne come leggiamo negli appunti di P. Ferdinando Brignano primo parroco Giuseppino:

"Il giorno 1 febbraio 1932 alle ore 7.45 si partì dalla Casa Madre per Riposto a prendere possesso e governare la Parrocchia di S. Giuseppe. I destinati furono: P. Ferdinando Brignano in qualità di parroco, P. Giuseppe Salvi in qualità di Vicario cooperatore e fratel Bongiovanni Cocino quale sacrestano; accompagnava i confratelli il Rev.mo Vicario generale P. Filippo Berzano, Si giunse a Riposto il 2 febbraio alle ore 15.30. Le accoglienze furono solenni. Oltre al molto Rev.do Don Rosario Cali, fondatore della parrocchia di S. Giuseppe e primo parroco, alla stazione ci attendevano il Rev.mo Arciprete della Matrice, i Sacerdoti della città e viciniori, l'illustre Signor Commissario prefettizio e tutte le autorità civili e scolastiche e gli alunni delle scuole elementari.

Salutate le autorità, preso posto sopra le automobili, precedute dalla banda musicale, seguite dal molto popolo si arrivò alla parrocchia di San Giuseppe, in chiesa parlarono il molto Rev.do Don Rosario Calì, il Rev. Don Berzano e P. Ferdinando; seguì la benedizione col Santissimo Sacramento». 

1932-1946   

Il 3 agosto del 1932 con solenne funzione il vescovo dì Acireale, sua Ecc. Rev.ma Mons. Evasio Colli, affidava la carica di parroco a P. Ferdinando Brignano che lascerà la parrocchia per recarsi ad Armeno come maestro dei novizi, il 16 ottobre del 1946.  

Dal 1932 al 1946 si sono avvicendati come vicari cooperatori i Padri:

GIUSEPPE SALVI
dal 2 febbraio 1932 al 15 agosto 1935

PAOLO FERRERÒ
da! 24 agosto 1935 al 24 febbraio 1956

STELLA VITALE
dal 19 settembre 1935 al 19 settembre 1938.

FRANCESCO BRIGNANO
fratello di P. Ferdinando dal 19 febbraio 1936 al 23 novembre 1937 che ebbe l'impegno di economo spirituale della Matrice di Giarre.

FRANCESCO SORDO
dal 22 ottobre 1936 all'8 settembre 1937

GIOVANNI BAGOZZI
dal 24 settembre 1937 al 30-8-38

SERAFINO BENEDETTO
dai 5 ottobre 1938 al settembre 1940

GIUSEPPE CORBELLINI
dall'ottobre 1938 al 16 agosto 1939

GIOVANNI BOCCINIONE
dal 15 ottobre 1939 al novembre del 1940

STELLA VITALE
dal 19 ottobre 1939 al novembre 1945

LINO CEOL
dal 12 ottobre 1940 all'11 dicembre 1941

FRANCESCO CERINA
dal settembre 1940 all'ottobre 1942

VINCENZO CIANFRIGLIA
dal 28 ottobre 1942 al settembre 1945

LORENZO DE MARTINI,
dal 23 novembre 1945 al 10 novembre 1946. 

I fratelli coadiutori e i fratelli chierici di quegli anni furono: Giovanni Cocino, Agostino Viadana, Isidoro Intelisano, Michele Sandri, Giuseppe Libardoni, Andrea Mittino, Fratel Martino, Stefano Cavanna, Orlando Piva, Giovanni Ciocca.

P, Ferdinando oltre ad essere parroco della Chiesa di S. Giuseppe fu anche vicario foraneo ed economo della Chiesa Madre durante il periodo della guerra, prima che fosse nominato parroco l'Arciprete Mons. Grasso. Inoltre P. Brignano e gli altri confratelli ebbero cura pure della Chiesetta della Badia, di quella dedicata alla Madonna della Lettera e di quella di S.Anna.

Fin dai primi anni della loro venuta i Padri diedero al loro lavoro apostolico un'impronta tipicamente marelliana-giuseppina curando molto tra l'altro la devozione a S. Giuseppe e divulgando la spiritualità del fondatore (circolavano fin da allora le Briciole d'oro di «P. Rainero" e l'Joseph, il bollettino della congregazione),

In parrocchia continuarono e fiorirono le associazioni cattoliche preesistenti, tra cui quelle delle figlie di Maria e delle dame di carità, ebbe invece inizio la F.U.C.I. (federazione universitari cattolici italiani) e l'unione cooperatori. Giuseppini.

A proposito dì quest'ultima tra gli appunti di P. Ferdinando leggiamo: "L'iniziativa dell'unione cooperatori giuseppini fu lanciata nel gennaio del 1934 con circolare a domicilio e Statuto. Aderirono con entusiasmo circa 100 tra cooperatori e cooperatrici. Solenne Inaugurazione: il 22-23 aprile, solennità del patrocinio di S. Giuseppe, se ne fece l'inaugurazione.

Il 22 in Chiesa al Vespro furono letti i nomi dei cooperatori, delle cooperatrici e dei devoti di S. Giuseppe, quindi chiusi in un cuore d'argento appeso poi sul petto di S. Giuseppe.

Il 23 nel nostro teatrino si fece il primo convegno e ne furono nominati i dirigenti,

II Direttore il Superiore della Casa, presidente Mons. Rosario Cali; segretario Cap. Rosario Au-ditore; Zelatore il Sig. Salvatore Rapisarda".

Infine un ricordo merita pure in quegli anni la schola cantorum grazie alle cure dei Padri: Salvi, Corbellini e Stella.

1946-1955

Dopo P. Ferdinando fu parroco dal primo ottobre 1946 al 31 agosto 1955 P. Pompilio Pucci, collaborato nei vari anni dai Padri: Alessio Calvari, Andrea Mittino, Giuseppe Dorigatti, Vittorio Graziani e dal fratello coadiutore Stefano Cavanna e dai chierici, Di Gioia, Pallotto, Clemente, Basile, Bitetto. Nei nove anni del suo parrocato, p. Pompilio dedicò alla Parrocchia tutte le sue energie, tutto se stesso mettendosi al lavoro con l'entusiasmo e la vitalità che gli provenivano dalla sua fede, dal suo carattere e dalla sua giovane età. 

  Il suo apostolato abbracciava i vari settori parrocchiali dove continuo con zelo l'opera iniziata da P. Calì e P. Brignano: nuovo impulso diede anche alla F.U.C.I, che ebbe in quegli anni come assistente diocesano P. Cannavo, divenuto poi arcivescovo della diocesi di Messina.

 

Costituì poi, nell'ambito della parrocchia un collegio per studenti a cui attendevano soprattutto P. Alessio e P. Andrea e fu anche, in quegli anni critici del dopoguerra, direttore della P.O.A. (Pontificia Opera Assistenza) a livello cittadino.

La sua autorità non conobbe sosta e sono molti ancora oggi i ricordi che si hanno di lui in parrocchia: era visto spesso in giro con la tunica imbrattata di calce in compagnia del padre Ovidio che collaborava con il figlio mettendo a disposizione anche lui con entusiasmo e generosità la sua bravura di maestro muratore.

Furono cosi costruiti con sacrifici, il convitto, l'attuale sacrestia, il nuovo oratorio femminile e con le aule di catechismo, la sede della G.I.A.C. di fronte all'oratorio maschile, infine sua nuova sistemazione P. Pompilio diede anche al teatro.

Lasciò Riposto nel 1955 trasferito presso la parrocchia Madonna dei Poveri a Milano. 

1955-1958   

Dal 1955 al 1958 la parrocchia fu sotto la guida dì P. Pietro Rigon, parroco, e di P. Alessio Calvari e P. Giovanni Poy, vice-parroco, fratello coadiutore sempre il carissimo fratello Stefano Cavanna.  
Pochi furono gli anni di parrocato di P. Pietro, ma sufficienti per farsi amare ed apprezzare da tutti: piccoli e grandi.  
In questo triennio con la collaborazione dei parrocchiani si continuò ad abbellire la Chiesa, si comprarono i candelieri nuovi dei cinque altari laterali, si sostituì, con uno di marmo, l’altare di legno della Madonna delle Grazie, si benedisse la statua di Santa Rita dedicandole un altare.

 In questi anni, grazie alle cure di Padre Alessio prima e più tardi dì P. Giovanni; si distinsero molto a livello diocesano il gruppo dei chierichetti (ministranti) tanto da meritare “Premi-Roma", “medaglie" e “gagliardetti" visibili ancora nella sacrestia parrocchiale.

Il 1958 fu poi un anno memorabile perché venne celebrato il 25° di apostolato giuseppino in Ripo­sto.

Dal 30 gennaio all'11 febbraio di quell'anno la parrocchia visse giornate indimenticabili. Venne a dare la sua preziosa collaborazione P. Giuseppe Salvi, vicario cooperatore del primo parroco P. Brignano, e degno di lode fu pure l'impegno dei soci di A.C., delle figlie di Maria e della Schola Can-torum femminile. 

1958-1966 

Il 31 agosto del 1958 P. Pietro Rigon, trasferito ad Armeno come maestro dei novizi, lasciava la parrocchia alle cure di P. Antonio Sinibaldi che venne collaborato nei vari anni da P. Giovanni Poy, da P. Felicino Sailis, da P. Armando Ciocca, da P, Vittorio Graziani; sacrista fratello Stefano Cavanna il quale, dopo qualche anno di assenza, in cui venne sostituito da fratet Donato Passarella, torna a lavorare tra noi.

Negli otto anni della sua permanenza, padre Antonio si legò molto alla parrocchia, e guidò con molto zelo sacerdotale, dedicando ad essa tutte le sue energie ed il suo entusiasmo.

Collaborato dai vice-parroci dedicò particolari cure alla catechesi sia dei piccoli che dei grandi, che non si stancava mai di istruire oltre che nelle riunioni settimanali A.C. anche negli appositi incontri domenicali prima della messa vespertina.

Grazie al suo interessamento la Chiesa fu arricchita in quegli anni dell'orologio, della maggior parte dei banchi e dell'artistica Via Crucis in legno, proveniente dal ben noto centro di Ortisei in Trentino.

Nel luglio 1962 fu poi celebrata la ricorrenza del trentennio dei PP. Giuseppini a Riposto, i fe­steggiamenti furono solenni e per l'occasione ci onorò della sua presenza anche il Superiore Ge­nerale della congregazione P. Pietro Magnone. 

1966-1972   

Dopo il trasferimento di P. Antonio Sinibaldi, nuovo parroco dal primo novembre 1966 fino al 31 agosto del 1972, fu P. Vittorio Graziani, aiutato nel suo incarico dai Padri Geremia prima e De Lussu e P. Pascolo. Fra Donato Passerella fu invece il nuovo fratello coadiutore dopo la partenza, nel 1966, del fratello Stefano Cavanna.  
Molto aperto e comunicativo P. Vittorio ebbe amici anche al di fuori dell'ambito parrocchiale; lavorò con intensità e diede nuovo impulso alla F.U.C.I. che da tempo aveva chiuso ormai i suoi battenti e che di essa fu l'assistente spirituale.  
In questi anni la chiesa visse dei momenti forti che trasmise a tutta la cristianità vivificandone la religiosità e l'impegno: basta pensare al Concilio Vaticano II, ad alcune riforme lìturgiche tra cui la celebrazione della messa in italiano e l'approvazione del nuovo statuto della A.C.  

Anche la nostra parrocchia, sotto la guida di P. Vittorio e degli altri Padri, si aprì a questo nuovo spirito adeguandosi volentieri alle nuove riforme qualcuna delle quali si riflette all'interno della chiesa stessa: intendiamo precisamente riferirci all'altare di legno rivolto al popolo sovrastato in alto da un artistico crocifisso voluto da P. Vittorio e realizzato da un suo nipote: il pittore Astorre Graziani.

In questo periodo inoltre la nostra chiesa fu ornata della bella statua di San Giuseppe lavoratore su legno e eseguita su commissione ad Ortisei, di alcune nuove statuette in gesso rappresentanti i pastori e i Magi per abbellire il presepe nel periodo natalizio, e del nuovo organo.

Infine meritano pure un ricordo in questi anni l'impegno della "Schola Cantorum” e le attività oratoriane e sportive ad opera del settore giovani. 

1972-1976   

Il primo settembre del 1972 succedeva come parroco a P. Vittorio Graziani. P. Giuseppe Sala; P. Raffaele Marratzu e più tardi P. Giuseppe Lai furono i vicari cooperatori. Fratello coadiutore sempre il carissimo fratel Donato Passarella. P. Sala non poté portare a termine il suo mandato a causa della malattia prima e poi della morte.  

Nell'ultimo periodo fu molto collaborato da P. Lai che si trattenne in Parrocchia, dopo la morte del parroco, per quasi un anno dando alla comunità parrocchiale il suo valido contributo.  

In questo periodo, dietro interessamento di P. Sala, si rinnovarono in Chiesa le apparecchiature del microfono e si pavimentò il campetto dell'oratorio femminile.

1976-1983  

Dal 1976 al 1983 guidò la nostra parrocchia P. Salvatore Tidu.  

Come vice-parroci si sono avvicendati P. Isidoro Intelisano, P. Felicino Sailis e P. Alfredo Gatti, continuando a prestare il suo servizio come fratello coadiutore Fra Donato Passerella.

Fin dalla sua venuta P. Salvatore, con le doti umane e sacerdotali che lo contraddistinguevano e lo rendevano caro a tutti, si adoperò per ricostruire il gruppo giovanile e la "Schola cantorum” parrocchiale. Molte cure dedicò, inoltre, alle attività catechistiche e oratoriale.

Infine va ricordata, pure di questi anni, la celebrazione, nel 1979 del centenario della nascita della congregazione giuseppina. Per l'occasione un gruppo di parrocchiani, sotto la guida di P. Salvatore, si recò a Roma per partecipare ai festeggiamenti. L'avvenimento fu anche solennizzato in parrocchia e gradita fu la presenza di S. Ecc. Mons. Pasquale Bacile, vescovo della nostra Diocesi di Acireale e di P. Severino Dalmaso, superiore generale della congregazione.

Nel settembre 1983, a motivo di un necessario ridimensionamento, i padri Giuseppini lasciarono la parrocchia di S. Giuseppe. 

1983-1992   

Mons. Giuseppe Malandrino vescovo di Acireale affida la parrocchia ai Padri Canossiani. Fu nominato parroco e superiore padre Saverio Mingoia e viceparroco padre Lorenzo Piasentini.

1992-2001   

Padre Saverio, conclusi i nove anni canonici di parrocato viene trasferito parroco a Pachino, nella parrocchia di S. Corrado. A S. Giuseppe viene nominato parroco padre Umberto Lissandrin.   

2001-   

Parroco padre Angelo Carbone

 

2006 - 2008

Dopo la partenza di P. Angelo Carbone è stato nominato dal superiore della Congregazione “Amministratore parrocchiale” con funzione di parroco P. Lucio Peretta, che ha svolto con molta dedizione e spirito di umiltà il suo servizio fino al 20 gennaio 2008. In questa data Padri canossiani, dopo 24 anni di permanenza, lasciano per mancanza di vocazioni, definitivamente la parrocchia di San Giuseppe che, dopo essere stata gestita per 75 anni da religiosi, sarà affidata a preti diocesani.

 

Gennaio 2008 - giugno 2008

Il 20 gennaio 2008 il Vescovo mons. Pio Vico nomina ad interim “amministratore parrocchiale” P. Antonino Russo vicario foraneo e parroco della chiesa Gesù lavoratore di Giarre. Questi, ben collaborato da P. Mario Gullo e da P. Richard Zapata, si è adoperato con tutte le sue forze perché la comunità di San Giuseppe non interrompesse nessuna delle attività in corso.
I tre Padri con molto sacrificio, ma con tanto amore ed entusiasmo, animati dagli operatori pastorali, hanno portato avanti il compito loro affidato fino al 30 giugno.

 

Dal 2008

Il 2 luglio 2008 la comunità parrocchiale nel giorno della Madonna delle Grazie, compatrona della parrocchia, accoglie con una solenne celebrazione il nuovo Pastore P. Sebastiano Saturnino che sarebbe così il secondo parroco diocesano dopo mons. Calì, che ha fatto costruire la chiesa guidandola per un decennio dal 1922 al 1932.P. Saturnino, conosciuto da tutti, anche perché in passato ha svolto per 22 anni il suo servizio sacerdotale a Riposto presso la Chiesa madre, ha iniziato subito, con lo zelo sacerdotale che lo contraddistingue, la sua nuova missione, prendendo contatti con tutti i vari gruppi parrocchiali per guidarli al meglio. Inoltre ha già riordinato i paramenti sacri acquistandone anche altri e ha restaurato tutte le statue presenti nella chiesa ad eccezione di “Gesù alla colonna” restaurato da recente.
Una bella data da ricordare del 2010 è stata quella del 15 marzo: 40° anniversario dell’ordinazione sacerdotale di P. Saturnino. Erano presenti tutti quella sera in chiesa: le autorità civili e militari della città e del territorio, i parroci di Riposto, P. Mario Magro Rettore della Basilica-Santuario di Sant’Antonio in Messina, la comunità e molte persone provenienti dalle parrocchie in cui P. Saturnino ha svolto il suo ministero pastorale. Insieme si è ringraziato il Signore per il dono del Sacerdozio e per tutte le grazie e i benefici concessi al nostro Parroco in 40 anni di vita sacerdotale. Al termine della S. Messa la Reliquia di Sant’Annibale Maria di Francia, portata per l’occasione in parrocchia e ivi esposta per tre giorni alla venerazione dei fedeli, ha lasciato la chiesa per rientrare a Messina. La comunità augura al suo Parroco di potere svolgere ancora “ad multos annos” il suo servizio sacerdotale.